Sono sempre stato appassionato di tecnologia. Devo ringraziare chiunque mi abbia spinto, chiunque mi abbia spiegato anche una sola piccola sfaccettatura tecnologica. Fin da piccolo a suon di “esperimenti” ho imparato a combinare guai e poi con il tempo sono diventate creazioni. Devo ringraziare in primis il mio papà Massimo per avermi permesso di utilizzare tutti gli attrezzi del nostro garage: lampadine, fusibili, interruttori, fili elettrici della casa nuova appena costruita. All’età di 7 anni invece di giocare con il Super Nintendo o le Crystal Ball, mi divertivo a saldare con lo stagno e giocare a creare circuiti. Un altro protagonista importantissimo della mia vita è stato lo “zio” Maurizio che mi ha permesso di toccare con mano il mio primo “elaboratore”. Indimenticabili i racconti del suo lavoro al CERN di Ginevra. Non ero altro che un bambino di 5 anni, ma ascoltavo affascinato i dettagli tecnici della sua collaborazione con Rubbia, anche se non capivo nulla di quei discorsi da grandi. E ricorderò sempre quel giorno in cui mi ha mostrato le prime foto rubate dell’acceleratore di particelle. Il Suo prezioso regalo, quel mousepad azzurro del CERN di Ginevra lo conservo come un cimelio prezioso. La mia passione è diventata piano piano il mio lavoro. I risultati all'inizio erano pochi, ma con la giusta tenacia sono riuscito a sfruttare le mie capacità e oggi i miei clienti possono contare su una collaborazione e una consulenza di alto livello. Da sempre sono curioso e, come diceva “Numero 5” del film Corto Circuito: “ANCORA INPUT”. Mi piace studiare e conoscere il funzionamento degli oggetti, tecnologici o meno, che ci circondano.